Fra le iniziative per celebrare il venticinquesimo anniversario di CONAI c’è la mostra Arte Circolare. Nell’ambito dell’Innovation for Sustainability Summit organizzato da EIIS (European Institute of Innovation and Sustainability), dieci artisti italiani emergenti hanno presentato opere ispirate alla sostenibilità ambientale e alla tutela del Pianeta. I temi e i materiali utilizzati si propongono come chiavi interpretative per dare vita a soluzioni estetiche e simboliche di grande originalità. Nell’abbinare alla strategia di impresa la visione dell’arte, CONAI crede nella capacità degli artisti di produrre visioni per costruire percorsi di innovazione e sostenibilità, durevoli e di grande impatto.
VIENIMI NEL CUORE (2021)
Autore: Guglielmo Maggini
L’opera mira a rendere quanto più visibile la seconda vita di questo materiale nella contraddizione tra mondo naturale e la plastica che lo minaccia. Quest’ultima nelle composizioni dell’artista rappresenta una natura morta che ha ancora qualcosa da dire sulla vita e sul piacere con l’obiettivo di rendere tangibile la composizione e/o la decomposizione stessa di questo nostro tempo plastico.
L’opera racconta le origini di questo materiale oggigiorno sempre più controverso seppur ancora onnipresente. La plastica come derivato del petrolio: fossile di natura organica, foresta che fu e che nell’immaginario dell’artista sarà nuovamente o per lo meno resterà al mondo come testimonianza della nostra era consumistica.
QUANTO ARDORE, QUANTE AZIONI (2021)
Autore: Numero Cromatico
L’opera è un mosaico floreale che presenta un testo generato da P.O.E. (Poetry Of the End), un’Intelligenza Artificiale istruita ad hoc da Numero Cromatico. Il mosaico è composto da Limonium sinuatum, fiori che mantengono colore e consistenza nel tempo, anche da secchi. I fiori, stabilizzati con raffinate tecniche tipiche del restauro, vengono “riutilizzati” e presentati in forma di quadro.
Il corpus di opere di cui fa parte Quanto ardore, quante azioni porta con sé anche ulteriori livelli di riflessione: mettere in discussione ciò che l’umanità fino ad oggi ha creato e distrutto, prefigurare nuove forme di coesistenza e porre l’accento sulla relatività dello sguardo e sui meccanismi della percezione
ISO #41 (2019)
Autore: Marco Emmanuele
Natura e artificio si fondono; facendo riferimento al lavoro pittorico di grandi maestri del passato come Tintoretto, l’artista macina il materiale vitreo per ottenere i pigmenti che utilizza nei suoi dipinti per evocare paesaggi indefiniti
TERZO VIAGGIO INTORNO AL MONDO (2021)
Autore: Diego Miguel Mirabella
Un lavoro realizzato con un oggetto reinventato: la tela che l’artista ha usato come supporto per tracciare e giustapporre le trame decorative di tutti i paesi che due linee immaginarie, il meridiano e il parallelo originati dalla sua posizione geografica di quel momento, incrociavano
PER UN PROSSIMO REALE #7 (2022)
Autore: Antonio Della Guardia
L’opera parte dallo studio degli scritti del medico William Horatio Bates e in particolare dal suo metodo di rieducazione visiva, formato da esercizi che mirano a stimolare processi sopiti tanto dello sguardo quanto dell’immaginazione attraverso la relazione diretta e l’allenamento costante con il mondo.
Il lavoro riformulato in chiave poetica e olistica, si compone di sette esercizi performativi, ognuno progettato per un giorno della settimana, che diventano delle quotidiane pratiche educative, atte a ricalibrare il campo visivo in quanto percorso di connessione tra il corpo e l’ambiente circostante.
SOFFIO – PASSARUOTA, VERDE #2092 (2022)
Autore: Gianluca Brando
Attraverso il gesto scultoreo essenziale, un frammento di serialità industriale acquisisce una identità non programmata, primitiva.
L’opera è parte di una ricerca più ampia tuttora in corso, dove confluiscono alcuni degli interrogativi che investono la nostra condizione di attori e spettatori nell’era della moltiplicazione degli scarti, degli sprechi del capitalismo globale, dei sogni di industrializzazione infranti.
Attraverso la metamorfosi della materia e la dimensione metaforica dell’arte, un relitto industriale figlio della rivoluzione tecnologica assume le sembianze di un fossile primitivo, vestigia di una archeologia del presente
WINGED VICTORY (2019)
Autore: Bea Bonafini
In questo caso la ceramica contiene vetro marino dalla costa napoletana: oggetti dimenticati e scartati, poi scolpiti dal mare e infine recuperati.
La tecnica utilizzata si chiama nerikomi, una pratica giapponese che viene rielaborata in quest’opera, dove la porcellana viene prima tinta a mano e stratificata, poi tagliata ripetutamente e infine scolpita senza ricorrere all’utilizzo di smalti
NON SO DOVE NON SO QUANDO #0478 (2020)
Autore: Giulio Bensasson
Non so dove, non so quando è un archivio nato (e in continua crescita) grazie ad una serie di casuali ritrovamenti in magazzini umidi di vecchi studi, sulle bancarelle di un mercatino o vicino alla spazzatura, e costituito da centinaia di diapositive ammuffite.
Quando il tempo prende il sopravvento sulla materia, trasformando la e trasfigurandola, ci priva di ogni coordinata, lasciando così libera la nostra mente di ricostruire o reinventare quel ricordo, e donandogli la possibilità di diventare una visione futura.
LOOKING FOR A SAFE SPACE (2022)
Autore: Alice Paltrinieri
Su ogni schermo è proiettato un video in loop dove forme geometriche cercano di trovare il loro posto tentando una collaborazione all’interno di un sistema ed influenzandosi l’una con l’altra.
Ogni schermo propone le stesse forme geometriche degli altri ma le elabora e le accosta in modo sempre differente cercando soluzioni di contatto nuove fino ad arrivare ad una fusione completa di tutte le forme ottenendo tutti i monitor completamente rossi
SANS HORIZON (2021)
Autore: Lulù Nuti
Un’installazione murale dalle misure variabili composta da tubi in rame abitualmente adoperati per l’acqua, forgiati e assemblati dall’artista.
L’opera crea un processo di trasformazione inversa della materia, portandola da uno stato industriale e geometrico a uno stato organico e mutevole.
Da un lato il disegno degli elementi a muro rivela l’espansione di un’intenzione oltre il seme che la germina; dall’altro l’idea di una natura mutevole che è propria dell’installazione, in quanto capace di adattarsi allo spazio che le viene concesso. Questi due aspetti incarnano per l’artista la condizione del mondo contemporaneo, a cavallo tra un’azione e i suoi riverberi insondabili, tra un’esplosione e una compressione continua